domenica 14 marzo 2021

Le altre custom italiane


Può sembrare strano, ma in Italia abbiamo avuto, in passato, una discreta produzione di moto custom. Senza scomodare gli artigiani, vista l'impossibilità di menzionarli tutti, ci concentreremo sui costruttori più famosi.

Ovviamente nel nostro Paese, la produzione si concentrò sui 50 e 125 cc, anche se come vedremo in seguito, il successo commerciale delle Guzzi V 35/50/65 C, spinse altri costruttori ad intraprendere la stessa strada, ma con risultati di vendite, non all'altezza della casa mandelliana.

Andando in ordine e per ovvi motivi di sintesi mi concentrerò solo sui più significativi, ed il primo che mi viene in mente è.....

Il Testi Weekend Cross! Questo ciclomotore nato nel 1963, esteticamente strizzava l'occhio alle moto d'oltreoceano, grazie al serbatoio a testa di cavallo, al manubrio a corna di bue, allo scarico doppio pur essendo mosso da un monocilindrico Minarelli (!) e udite udite: alla radio a transistor opzionale con antenna sul faro anteriore. Prodotto per un paio d'anni, anche in versione 80 cc per il mercato americano !!!

Ovviamente l'acme della produzione lo nazionale di cinquantini custom si raggiunse solo negli anni '80, con la indimenticabile Aprilia Red Rose  50.

Ma fu probabilmente il fiorente settore 125 quello più attivo nella produzione di moto custom dall'inizio degli anni '80 fino al nuovo secolo. I sedicenni del tempo poterono sognare di scorrazzare sulle praterie americane il sella alle loro Laverda Kz Wild, oppure alle Gilera Tg3 e Guzzi 125 Custom dei primi anni '80, in seguito alle più raffinate Aprilia Red Rose 125, poi diventata Aprilia Classic, alle Cagiva Blues (in realtà palesemente derivante da una 125 enduro), sostituita dalla Roadster a metà anni '90, o alla meno fortunata Gilera Cougar sul finire degli anni '90.

Ma le medie cilindrate?

La situazione economica delle case costruttrici nostrane, devastate dalla crisi delle vendite degli anni '70, complice una crescente concorrenza nipponica, è a tratti disperata. Ducati è sull'orlo del fallimento, Moto Morini sta' leggermente meglio grazie alle enduro Kanguro 350 e Kamel 500 che raccolgono un discreto successo. Alle due case motociclistiche bolognesi non passa certo inosservato il successo commerciale della Moto Guzzi nel settore custom, e al salone di Milano del 1985 presentano le loro proposte, con cilindrate in netta competizione con la Guzzi serie piccola "C", che però nello stesso salone presenta l'erede: la Guzzi Florida 350 e 650. 

La Ducati presenta così la sfortunata Indiana 350 e 650 e nel 1986 la versione 750 cc. la moto per contenere i costi di produzione, venne costruita con telaio, motore e forcelle della Cagiva Elefant, logo che si trovava stampato anche sulla forcella. La moto in realtà era d'estetica piacevole, ma la manutenzione scrupolosa a cui doveva sottostare il motore desmodromico con distribuzione a cinghia, mal si sposava con la clientela che chiedeva moto di semplice costruzione. La produzione cessò nel 1990 con appena 2318 esemplari totali costruiti nelle 3 cilindrate.

Da parte sua la Moto Morini, forte del affidabile bicilindrico disegnato dall'ingegner Lambertini, presentò la più fortunata Excalibur 350/500, dal design moderno ed accurato, con ottime prestazioni ed un gran piacere di guida. Unico difetto rilevante del modello riguarda la prima serie, il motorino di avviamento che, spesso non ingrana il tamburo calettato sull' albero motore, rendendo necessaria una bella scalciata sul pedale della messa in moto (nella seconda serie in nuovo sistema di avviamento renderà superflua la leva del kickstarter). Nonostante le vendite, circa 7000 esemplari fino al 1992, alla nuova proprietà (Cagiva), non interessa tenere in vita la Moto Morini. Con la chiusura del marchio bolognese, si spegne anche l'ultima antagonista alle fortunate moto custom mandelliane. O forse no?

Durante la prova di Motociclismo di settembre '86, dove vengono messe a confronto Ducati Indiana Guzzi Florida e Morini Excalibur 350, la rivista scrive così: "Sono tutte di nascita recente e dotate di motore 350 bicilindrico, la Ducati è stabile e potente ma troppo pesante, la Guzzi è ospitale e maneggevole ma un po' ruvida di motore, la Morini è emergente, vellutata e consuma poco ma, ha il cambio un po' duro."

Di queste 3 solo la Guzzi avrà una progenie: l'amatissima Nevada e poi l'attuale V9.

E siamo arrivati nel 2001, anno in cui la Beta di Rignano all'Arno immette sul mercato le deliziose Euro e Jonathan 350, dotate del collaudatissimo e piacevole monocilindrico Suzuki. Offerte ad un prezzo interessante, si distinguono per la caratterizzazione più turistica per l'Euro e, più sportiva per Jonathan. La trasmissione è a catena per entrambe e la facilità di guida ne garantiscono un piccolo successo. La produzione cesserà nel 2007.

Nel 2011 la Ducati ritenta la mossa con la Diavel, anche se per molti non è esattamente una cruiser, potenza e coppia molto in alto, la relegano più nel settore delle maxi-naked che ad una custom vera e propria.

Ma come, la AMF Harley Davidson non produceva anche in Italia negli stabilimenti ex Aermacchi?  Si ma non mi risulta che abbiano mai prodotto moto custom, ma solamente modelli monocilindrici per il mercato americano che non dovevano entrare in competizione diretta con le grosse moto di Milwaukee. 




mercoledì 27 gennaio 2021

Qualche consiglio per il motocampeggio


Innanzitutto vorrei precisare che questa non è la "guida definitiva per il moto campeggio wild eccetera eccetera", ma semplicemente  una traccia per chi si approccia per la prima volta a questo mondo meraviglioso, basato sulla mia esperienza personale.

Ovviamente la prima cosa che si pensa di acquistare è la tenda, ma anche questa va selezionata con cura. La prima considerazione che mi viene in mente, è che non è importante, come per chi fa trekking limitare al massimo il peso, e a volte anche il confort, ma si può scegliere una tenda più confortevole anche a scapito di un peso leggermente superiore. ovviamente le tende si dividono in varie categorie e hanno diverse caratteristiche, qui di seguito vediamo di osservarle più da vicino.

Numero degli occupanti:

generalmente io consiglio una tenda che abbia un posto in più degli occupanti usuali: se viaggiate da soli, una tenda  confortevole sarà a due posti, se viaggiate in due è meglio orientarsi su tende a 3 posti, che vi permetterà oltre che di riposare meglio, anche poter tenere all'interno i vostri bagagli. Ovviamente se fate  campeggio di tipo stanziale potete orientarvi su una 4 posti, che nonostante pesi tra 4 e 5 kg, ha un'altezza interna tale da permettervi di cambiarvi d'abito, senza dover fare troppe contorsioni. 

Costruzione:

monotelo o doppio telo?: se la monotelo risulta generalmente più leggera, avrà anche qualche svantaggio rispetto alla doppio telo, come ad esempio la più facile formazione di condensa all'interno e, la peggior ventilazione in estate.

Montaggio:

Una tenda autoportante ovvero, che sta in piedi anche senza essere picchettata, è generalmente più veloce da montare e, anche meglio resistente al vento rispetto ad una tenda che deve essere fissata al terreno, come ad esempio le tende a tunnel o monopalo. Le tende automatiche sono veloci da montare ma pesano un pò  di più.

Stagionalità:

Generalmente le tende si dividono in 3 o 4 stagioni. La 4 stagioni sarà molto più resistente al vento e alla pioggia rispetto a una 3 stagioni, ma anche meno ventilate e fresche d'estate. 

Un ultimo consiglio che mi sento di dare è quello di rivolgervi a marche note, se il vostro budget non è molto elevato potete tranquillamente comprare una tenda Decathlon mh100 che, pur con un prezzo inferiore ai €30, offre un buon riparo ed una qualità costruttiva dignitosa. Se il vostro budget sale consiglio di rivolgervi a prodotti Premium, come possono essere: Ferrino, Salewa, Coleman eccetera. Io dopo anni di Ferrino Valley 3 posti, quest'anno ho comprato una Salewa Micra 2, in quanto giro quasi sempre da solo.

Sacchi a pelo:

Mummia: in assoluto la più caldo ma anche più scomoda da usare, da consigliare a chi affronta spesso condizioni climatiche molto avverse

Rettangolare: leggermente meno caldo ma più comodo, ideale per chi cerca il miglior compromesso tra comfort climatico e piacere del sonno ( io ne ho 2, uno con temperatura comfort di 15 gradi e uno con temperatura comfort di 7)

Quilt: essenzialmente una coperta tecnica chiusa dalle gambe in giù come un sacco a pelo. Forse il meno caldo di tutti (anche se esistono modelli indicati per temperature sottozero) ma anche il più adatto a chi ha un sonno movimentato, ma ricordatevi di fissarlo con le apposite cinghie al materassino.

Tutti questi sacchi a pelo dichiarano range di temperatura, vediamo di cosa si tratta:

Temperatura massima di comfort: la temperatura massima a cui può essere usato senza sudare.

Temperatura comfort: temperatura a cui una donna può dormire comodamente per 8 ore.

Temperatura minima di comfort: come sopra ma per un uomo.

Temperatura minima estrema: minima temperatura a cui un uomo può sopravvivere rannicchiato senza rischiare l'ipotermia.

Materassino: 

In schiuma: tradizionale materassino da boy scout, è economico e leggero, se è alluminato dalla parte del corpo ha anche un buon isolamento termico. Per contro è sottile e poco comodo.

Autogonfiante: di semplice utilizzo, basta aprire la valvola ed in pochi minuti si gonfia da solo, va completato il gonfiaggio a bocca. Abbastanza comodo e di facile utilizzo.

Gonfiabile: il più comodo ma anche faticoso da gonfiare (la mia scelta personale)

Suggerisco di investire qualche euro in più nel materassino per migliorare il sonno ed isolare al meglio dal terreno, è infatti il materassino che assolve al compito di isolare dal freddo e dalla umidità del terreno.

Accessori:

Telo sottotenda: protegge la tenda da lacerazioni e l'utilizzatore dal freddo e dall'umidità che arriva dal suolo. Consigliato ma non essenziale.

Cuscino gonfiabile: indispensabile per riposare comodamente

Lampadina per la notte: serve sempre

Berretta di lana o pile: la testa da sola dissipa fino al 30% del calore corporeo, è importante isolarla se si viaggia in climi rigidi (io la dimentico sempre a casa e, in Normandia, sono stato costretto a dormire col casco in testa!)

Buona mototendata a tutti!

PS eterno dilemma: si dorme nudi o vestiti? Io preferisco dormire con indumenti intimi.







venerdì 4 dicembre 2020

Alle origini del mito: La Moto Guzzi V9



Il 2016 è un anno importante per la Moto Guzzi, oltre che festeggiare il novantacinquesimo compleanno, la casa Lariana presenta l'erede della amata Nevada. La nuova nata si discosta parecchio dalla sua progenitrice, infatti in luogo dello stile classico con serbatoio impennato e sella a due piani (nato nel 1985 con la Florida), che regalano alla Nevada un look a V, la V9 (questo io nome della nuova nata) risponde con uno design più piatto, con sella e serbatoio quasi sullo stesso piano orizzontale. Sul lato tecnico, esordiscono numerose novità: il motore ora euro 4, viene portato a 850 cc e dispone del controllo elettronico di trazione, il cambio acquista la sesta marcia, ed i freni guadagnano l' ABS a due canali. La potenza cresce di 7 cavalli e la coppia massima raggiunge il picco di 6,3 kg/m a soli 3000 giri, risultando un motore particolarmente piacevole da guidare grazie alla prontezza di risposta fin dai bassi regimi. Nonostante l'aumento di cilindrata, il peso rimasto sotto i 200 kg, ne aumenta ulteriormente il piacere di guida sulle strade tortuose. Come tutte le Guzzi, anche l'ultima nata oltre che portarti in giro si fa guidare con un'agilità sconosciuta alle dirette concorrenti (HD 883 in primis).

Versioni:

Roamer: versione più turistica, dotata di manubrio ampio e con ruota anteriore da 19 pollici, nella seconda serie (2017) guadagna nuove pedane leggermente arretrate, cupolino e sella comfort

Bobber: versione più sportiva con manubrio T-Bar, ruota anteriore da 16 pollici panciuta, e sospensioni più rigide. Dalla seconda serie viene equipaggiata di pedane leggermente arretrate.

Bobber Sport (dal 2018): versione minimalista ed ancora più sportiva della Bobber, si riconosce per i parafanghi accorciati, la colorazione opaca, il deflettore ad unghia sopra al fanale ed agli ammortizzatori Ohlins completamente regolabili.

Scheda Tecnica:

  • Motore bicilindrico a V di 90°,  4 tempi
  • Cilindrata (cm3)853
  • 2 Valvole per cilindro con comando ad aste e bilancieri
  • Raffreddamento ad aria
  • Alimentazione a iniezione
  • Cambio a 6 marce
  • Trasmissione finale ad albero 
  • Potenza CV55 a 6250 giri
  • Freno anteriore a disco 
  • Freno posteriore a disco
  • Abs a 2 canali
Dimensioni
  • Altezza sella (cm)78
  • Interasse (cm)146,5
  • Lunghezza (cm)219
  • Peso (kg) 199 
  • Pneumatico anteriore 100/90-19 (Roamer), 130/90 - 16 (Bobber/Sport)
  • Pneumatico posteriore150/80-16
  • Capacità serbatoio (litri)15
  • Riserva litri 4

mercoledì 25 novembre 2020

Alle origini del mito: La Moto Guzzi California 1400




Eicma 2012, Allo stand della Guzzi vengono tolti i veli all'erede della California 1100. Proposta inizialmente in 2 versioni ovvero la Touring e Custom , la nuova California aumenta di cilindrata fino a raggiungere i 1400 cc, grazie ad un nuovo propulsore a 4 valvole e 2 candele per cilindro, incastonato in un inedito telaio, tramite un sistema di fissaggio elastocinematico che ne abbatte significativamente le vibrazioni e, che sporge in maniera minacciosa ai lati del serbatoio sagomato. Il nuovo cuore dell'ammiraglia Guzzi, vanta altresì soluzioni avveniristiche per il segmento come: il comando del gas ride by wire che consente di avere tre mappature motore, ed un sistema di controllo di trazione settabile su tre posizioni oltre che escludibile (prima cruiser a possederlo). L'interasse aumenta di ben 125 mm arrivando a quota 1685. Per frenare 322 kg di peso, ci pensa un impianto Brembo a doppio disco anteriore da ben 320 mm di diametro morsi da pinze a 4 pistoncini ad attacco radiale, che guadagna l'ABS ma perde la frenata integrale.

Versioni:

California Touring: è la versione più turistica, presente fin dal debutto, dotata di parabrezza stile americano, grosse valigie laterali e manubrio a corna di bue. Nel 2017 uscirà la Touring SE meglio accessoriata e con vernice bicolore.

California Custom: costruita dal 2013 al 2017, si presentava come una versione streetfighter della California, grazie alla linea minimalista, al manubrio sportivo e alla sella ad un posto e mezzo.

Audace : nata nel 2015, si propone come modello ancora più sportivo della custom, grazie al manubrio T bar, al nuovo fanalino tondo più piccolo, alle pedane arretrate e hai corti silenziatori a megafono.

Eldorado : costruita dal 2015 è la versione old-style della serie 1400, chiaramente ispirata alle famose Guzzi Eldorado dei primissimi anni 70. Si contraddistingue oltre che per il manubrio a corna di bue e all'assenza del parabrezza, anche per le ruote entrambe da 16 pollici dotate di razze e pneumatici tubeless con fascia bianca.

MGX-21 costruita a partire dal 2017, reinterpreta in chiave più sportiva i classici canoni stilistici delle moto bagger. Caratterizzata oltre che dalle sovrastrutture in fibra di carbonio Che integrano le valigie laterali, anche per la monumentale ruota anteriore da ben 21 pollici e da un inedito impianto audio.

Dati Tecnici:

  • Motore: 4T, 2 cilindri, alesaggio per corsa
  • 104x81,2 mm, cilindrata 1.380 cc, rapporto di
  • compressione 10,5:1, 4 valvole per cilindro, 
  • lubrificazione a carter umido, raffreddamento ad aria e olio,
  • potenza max 96 CV (71 kW) a 6.500 giri, coppia
  • max 120 Nm (12,3 kgm) a 2.750 giri, Euro 3 e (poi 4) .
  • Alimentazione: iniezione elettronica Magneti
  • Marelli, diametro corpo farfallato 52 mm; capa-
  • cità serbatoio carburante 20,5 litri compresa la
  • riserva (5 litri).
  • Accensione: elettronica digitale; 2 candele per
  • cilindro NGK LMAR8F.
  • Avviamento: elettrico.
  • Impianto elettrico: batteria 12V-18Ah.
  • Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti
  • elicoidali, rapp. 1,346 (26/35); finale a cardano,
  • rapp. 3,600 (10/36).

  • Cambio: a 6 marce, valore rapporti 2,235
  • (17/38) in prima, 1,700 (20/34) in seconda,
  • 1,348 (23/31) in terza, 1,115 (26/29) in quarta,
  • 0,968 (31/30) in quinta, 0,800 (30/24) in sesta.
  • Frizione: monodisco a secco con com. idraulico.

  • Telaio: doppia culla chiusa in tubi d’acciaio con
  • fissaggio elastico del motore, inclinazione can-
  • notto di sterzo 32°; avancorsa 155 mm.

  • Sospensioni: ant. forcella idraulica telescopica
  • con steli da 46 mm, escursione ruota 120 mm,
  • post. forcellone oscillante con due ammortizza-
  • tori idraulici regolabili nel precarico molla, escur-
  • sione ruota 110 mm.

  • pneumatici tubeless, ant. 130/70-18” (130/90-16 per Eldorado) (120/70-21 per MGX-21)
  • post. 200/60-16”(180/65-16 per Eldorado) (180/60-16 per MGX-21)
  • Freni: ant. doppio disco da 320 mm con pinze
  • ad attacco radiale a 4 pist.; post. disco da 282

  • mm con pinza a 2 pistoncini.
  • Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.445,
  • larghezza 1.030, altezza 1.460, interasse 1.685 (1700 per MGX-21),
  • altezza sella 740 (720 opt.), luce a terra 165;
  • peso in ordine di marcia Touring 337 kg (Custom 318kg) ( Eldorado 314 kg)  (Audace 299kg) (MGX-21 341 kg)

mercoledì 18 novembre 2020

Alle origini del mito: La Moto Guzzi California 1100



Correva l'anno 1994 quando, la Moto Guzzi decise di mettere mano pesantemente alla sua ammiraglia. La cilindrata crebbe fino a 1063 cc, con modifiche estese a tutto il gruppo termico: albero motore più leggero, valvole maggiorate e corpi farfallati da 40 mm. Sul lato ciclistica si segnalavano: nuovi ammortizzatori bitubo regolabili, forcella dalla corsa aumentata e nuovi cerchi a raggi. Da segnalare che la versione a carburatori era ancora disponibile ma con carburatori da 36 mm, ben più grossi dei precedenti 30 mm.

Versioni:

California EV ( evolution ) anno 1997, dotata di molte parti cromate, nuova sella che ne determina una migliore posizione di guida, forcella Marzocchi da 45 mm, freni Brembo serie oro da 320 mm e cerchi BBS tubless a raggi.

California Special anno 1998: Rispetto alla EV ha un manubrio più basso, pedane tradizionali, nuovi fianchetti e parafango posteriore con fanalino carenato, nata per dare sensazioni di guida più dinamiche e con look più modaiolo.

California Jackal anno 1999: Una variante più essenziale che rinuncia alla frenata integrale e dispone di un solo disco anteriore, ha una strumentazione più essenziale è una dotazione estetica minimalista con poche cromature. Il motore era alimentato da più economici carburatori. Questo le faceva risparmiare ben 5 milioni di lire dalla EV e, si proponeva come una moto pronta per essere personalizzata.

California EV 80 anno 2001: versione commemorativa dell'ottantesimo anniversario della Moto Guzzi, derivata dalla EV con particolari in pregiata pelle di poltrona Frau, come valigie sella e chiave di avviamento, si distingueva per un nuovo cupolino e paravento alle gambe. Disponibile solo in rosso vintage.

California special sport 2001: derivata dalla special ma con manubrio T-bar per una guida più coinvolgente

California Stone 2002: simile alla Jackal ma dotata di iniezione elettronica, era subito riconoscibile per il basamento motore e carter cambio verniciati in nero opaco.

California Metal 2002: versione della Stone dotata di sella comfort, serbatoio e cavalletto laterale cromati e coperchi valvole verniciati.

Motore a punterie idrauliche fine 2002: dalla fine del 2002 tutte le versioni verranno equipaggiate con punterie idrauliche allo scopo di allungare gli intervalli di manutenzione e diminuire la rumorosità meccanica. Problemi di affidabilità risolti con un richiamo in garanzia ne decreteranno la scomparsa nel 2006.

California Aluminium/titanium anno 2003: derivate dalla special sport si caratterizzavano, oltre che per il nuovo motore a punterie idrauliche, da nuove colorazioni che ne caratterizzano l'immagine sportiva.

California Stone Touring anno 2003: versione della Stone dotata di parabrezza, sella comfort e valigie laterali.

California EV Touring anno 2003: la nuova ammiraglia riceve il motore a punterie idrauliche, il parapiedi e un cupolone protettivo maggiorato.

California Classic 2006: ritorno alle punterie meccaniche grazie al motore derivato dalla breva, look ispirato al passato.

California Vintage 2006: per festeggiare i 35 anni del modello California, venne lanciata sul mercato la Vintage, con estetica decisamente ispirata alla T3 grazie alla sella bicolore, il serbatoio decorato con fregi, il parabrezza stile yenkee, il parafango anteriore cromato e le borse laterali il stile Chip's. 

California 90 2011: Modello celebrativo dei 90 anni di Moto Guzzi, di colore arancione e bianco era distinta dalla scritta Guzzi sul serbatoio in stile anni '30.

Il progetto California 1100 si interruppe nel 2013 con la presentazione del modello 1400, ma questa è un'altra storia.....

Dati tecnici riferiti al modello 1994

Motore: Bicilindrico a V di 90°, alesaggio e corsa 92x80 mm, cilindrata totale 1064 cc, rapporto di compressione 9.5 : 1, coppia 9.3 kgm a 5000 giri/minuto, potenza massima 75 cavalli a 6400 giri/minuto, distribuzione a 2 valvole in testa per mezzo di aste e bilancieri, accensione elettronica , avviamento elettrico, alimentazione a carburatori o iniezione elettronica.

Trasmissione: frizione a secco, cambio a 5 rapporti, trasmissione ad albero con giunto cardanico.

Telaio: a doppia culla scomponibile, forcella telescopica, forcellone oscillante con doppi ammortizzatori regolabili, pneumatici anteriori 110/90-18 e posteriori 140/80-17 tubless o tubetype. Freno anteriore a doppio disco diametro 300 mm e posteriore a disco singolo diametro 270 mm, frenata combinata Moto Guzzi.

Pesi ed ingombro: passo 1560 mm, lunghezza massima 2355 mm, larghezza massima 980 mm, peso 245 kg a secco, serbatoio benzina 22.5 lt

Prestazioni: velocità massima 190 km/h consumo 6.5 litri per 100 km

sabato 29 agosto 2020

Alle origini del mito: Moto Guzzi Nevada





Nonostante la Nevada sia fuori dal listino da diversi anni, continua ad essere una delle Guzzi più ricercate ed apprezzate, grazie, al peso ridotto, allo stile indiscutibile, alla sua fama di moto molto affidabile, parca nei consumi e dalla manutenzione economica. Una moto la cui storia si allunga per ben 25 anni, sempre migliorata ma sempre uguale a se stessa. Col suo borbottio al minimo, le vibrazioni a volte fastidiose ma uniche e, la sua coppia di rovesciamento in folle che sulle prime lascia alquanto sbigottiti. Una moto che ha segnato un profondo solco nei cuori di chi l'ha posseduta, ed amata, Una moto eclettica: adatta al neofita ma, anche al motociclista di ritorno nonché a chi, stanco di moto sempre più pesanti cerca qualcosa di più umano. Custom si, ma che non disdegna le curve, la vita in coppia, l'aperitivo al bar e i viaggi anche impegnativi. Dotata di un motore robusto ed affidabile, non potente ma con la coppia giusta si stacca dal mondo custom grazie ad una facilità di guida quasi commovente.

Ripercorriamone insieme la storia:

Correva l'anno 1991 e il mercato delle moto custom di media cilindrata italiane era in piena crisi. Ducati e Moto Morini cessarono la produzione delle loro custom, ed anche la Florida non se la passa bene, ad eccezione della..... 

......350 che vende ancora bene, vuoi per lo stile riuscito, vuoi per la fama di moto onesta ed affidabile, vuoi soprattutto per l'iva al 18% che la rende economicamente vantaggiosa. 

Fu così che i vertici Guzzi pensarono di aggiornare esteticamente la Florida 350 e, lanciare sul mercato il nuovo modello denominato V35 Nevada. Al principio doveva essere l'unica cilindrata disponibile, ma ben presto le affiancarono alla più potente 750, utilizzando il motore già in uso sulle enduro e sulle sportouring della casa Lariana. La scelta si rivelò fortunata e a partire dal 1999 la 750 fu l'unica cilindrata rimasta a listino, grazie anche ad un ritrovato interesse, a metà degli anni '90, per le cilindrate medie. le regine del mercato erano infatti le Honda Shadow e le Yamaha Dragstar 650, seguite però a vista dalla Guzzi Nevada. Gli utenti ne apprezzarono subito il comportamento stradale da vera moto, con una particolare predilezione, caso più unico che raro, per le strade tortuose, complice l'interasse di soli 1467 mm, il peso contenuto in 179kg, la posizione di guida seduta più che sdraiata e l'angolo di piega notevole per il segmento.

Nel corso degli anni la Nevada riceverà diversi aggiornamenti, nel 2002 arriva l'iniezione elettronica ed i freni Brembo da 320mm, nel 2010 le verrà regalato un generoso restyling, ed infine nel 2012 riceverà il motore da 51 Cv con corpo farfallato singolo.

La storia della Nevada si interromperà solo nel 2016, dopo ben 25 anni di onorato servizio, con l'arrivo della sua erede: la Moto Guzzi V9, ma questa è un'altra storia......

https://www.moto.it/prove/moto-guzzi-nevada-750-classic.html

https://www.motorbox.com/moto/moto-viste-e-provate/moto-primo-contatto/moto-guzzi-nevada-750-1

https://www.omnimoto.it/reviews/280005/moto-guzzi-nevada-750-aquila-nera-test/

https://www.infomotori.com/moto/moto-guzzi-nevada-classic-750-test-ride_100442/

https://www.infomotori.com/moto/moto-guzzi-nevada-test-ride_96906/

venerdì 10 luglio 2020

Alle origini del mito: La Moto Guzzi California III



La California 3, venne immessa sul mercato a luglio del 1987, le sue linee erano in parte anticipate palla più piccola Guzzi Florida, e si caratterizzavano da un nuovo style molto più Yankee, con serbatoio impennato in avanti e fianchetti raccordati ad esso. Questo nuovo stile accompagnerà la California per ben 25 anni, fino all'arrivo della California 1400 presentata nel 2012. Il motore era lo stesso della versione precedente, ma fu la prima custom al mondo, ad essere equipaggiata, a richiesta, di iniezione elettronica. Oltre alla versione classica con parabrezza, questa moto venne proposta anche con una carenatura integrale, in modo da entrare anche nel segmento delle super tourer, già allora dominato dalla Honda Gold Wing e dalla scomparsa Yamaha Royal Venture. La dotazione di serie prevedeva oltre alla classica frenata integrale Moto Guzzi, anche blocchetti dei manubri migliorati nella efficienza ed affidabilità, e il contagiri, scelta inusuale per una moto custom. Durante il 1991 per festeggiare i 70 anni della fondazione della Guzzi, venne lanciata la versione anniversario, prodotta in una serie limitata di esemplari, si distingueva per la colorazione amaranto/rosso corallo e la sella in pelle.
Nel 1994 la California 3 lascerà il posto alla California 1100 che ne ripeterà l'estetica, ma con il nuovo motore di 1064 cc, ma questa è un' altra storia

Motore: Bicilindrico a V di 90°, alesaggio e corsa 88x78 mm, cilindrata totale 948.8 cc, rapporto di compressione 9.2 : 1, coppia 7.7 kgm a 5200 giri/minuto, potenza massima 65 cavalli a 6700 giri/minuto, distribuzione a 2 valvole in testa per mezzo di aste e bilancieri, accensione elettronica a captatore magnetico ed anticipo variabile, avviamento elettrico, alimentazione a carburatori o iniezione elettronica.

Trasmissione: frizione bidisco a secco, cambio a 5 rapporti, trasmissione ad albero con giunto cardanico.

Telaio: a doppia culla scomponibile, forcella telescopica, forcellone oscillante con doppi ammortizzatori regolabili, pneumatici anteriori 110/90 V 18 e posteriori 120/90 V 18 tubless o tubetype. Freno anteriore a doppio disco diametro 300 mm e posteriore a disco singolo diametro 270 mm, frenata combinata Moto Guzzi.

Pesi ed ingombro: passo 1550 mm, lunghezza massima 2330 mm, larghezza massima 980 mm, peso 272 kg a secco, serbatoio benzina 25 lt

Prestazioni: velocità massima 190 km/h consumo 6.5 litri per 100 km